Giorgia (Mu): « Occhei, il sermone è finito, andate in pace..»
Intervista di Pietro B.

Se Palomar rappresenta, per i blog, la riflessione pacata e le parole centellinate, Giorgia in arte “Mu” e “Toyoito” è la rivincita della spensieratezza, della vitalità e della gioia di esserci e di parlarsi in rete. Il suo giovane e frizzante blog diverte e coinvolge, pur non rinunciando a sprazzi di approfondimenti anche su argomenti di stretta attualità.

Le sue risposte alle mie domande sono state rapide come mai mi era successo prima d’ora e l’intervista è scivolata liscia come l’olio. Cara Giorgia, divertici e inondaci della tua esuberanza. Ne abbiamo proprio bisogno.

Gira voce tra i blog che tu sei una primatista in fatto di numero di scarpa che porti. Ci potresti svelare la reale misura?

Ehm…dipende dal tipo di scarpe…diciamo che se devo comprare delle scarpe carine, da
femminuccia, quelle che si portano solo con i collant, allora è probabile che un 40 mi
entri (ho detto *è probabile*, non è sicuro al 100%…), ma se devo comprare delle scarpe da ginnastica vado dritta alle scatole col numero 42 stampigliato sopra, con i commessi che mi guardano di traverso…ahò, ma che devo fa, ho i piedoni!! 🙂

Puoi farci un rapido quadro dei weblog che hai attivi ? E da quanto tempo?

Ne ho solo due, uno in inglese ed uno in italiano.
Quello inglese è nato nel febbraio 2002, un po’ per tenermi in esercizio con l’inglese, un
po’ per comunicare le mie misfatte ai miei amici anglofoni senza intasare le loro caselle
email, e un po’ perché mi sembrava un’idea interessante avere un blog – un bel modo di
comunicare, ho pensato quando ho scoperto di che si trattava.
Poi ci ho preso gusto, e, quando mi è arrivata la comunicazione della nascita di splinder
come piattaforma blog, ho pensato che un blog in italiano non mi avrebbe fatto male, anche perché stavo cominciando a pensare e scrivere *solo* in inglese…
In questi ultimi tempi mi sono dedicata molto di più al blog in italiano, senza un motivo
particolare, ma non ho intenzione di chiudere quello inglese…ci sono affezionata!!!

Hai allora una percezione di prima mano di quanto e come si sia diffuso il fenomeno “weblog” nei paesi anglofoni?

Devo dire la verità…più che nei paesi anglofoni tout-court, all’inizio ho notato una vastissima popolazione di “blogganti” di Singapore e delle Filippine!! Giuro!! Poi ho iniziato a fare il cosiddetto “blog-hopping”, o “zompettamento tra diari” per chi
chiama da fuori Londra, praticamente trovavo i link di altri blog sui blog che visitavo, e visitavo anche quelli…so per certo che il primo blog che ho visitato, in assoluto, è quello di Firda, e da lì mi si è aperto un mondo…all’inizio ho
notato che c’erano in giro quasi solo blog scritti in inglese, anche se non era la lingua madre del proprietario, ma ora le cose sono molto cambiate.

Come descriveresti i contenuti dei tuoi blog?

In genere scrivo le cose più personali su quello in italiano, mentre su quello in inglese pubblico o i cosiddetti “rants” (sermoni del genere “incavolato moderato/andante”), oppure le risposte alle Monday Missions di PromoGuy o commenti alle notizie provenienti dall’Italia per i miei amici all’estero (in pratica li istruisco sulle stranezze del nostro Paese…). Ma non è una regola precisa, non ne ho una, a dire il vero, scrivo solo quello che mi va di scrivere, indifferentemente se in italiano o in inglese, e lo inserisco nel blog di lingua appropriata!! 🙂

I tuoi lettori-amici internazionali sono molto diversi dai tuoi lettori-amici italiani?

Credo di sì. Forse perché in Italia il “fenomeno blog” è ancora una novità, quindi la gente lascia commenti che non commentano affatto, più che altro per avvertirti che anche loro hanno un blog…i miei “amici internazionali”, come li chiami tu, lasciano
molti meno commenti, ma mi accorgo che hanno letto quello che ho scritto perché poi ne parliamo anche via e-mail o al telefono. E’ un approccio diverso, non ci si può aspettare che tutti commentino in maniera massiccia, ma, come dice mio padre, il mondo è bello
perché è “avariato”… :)))

C’è qualche tema che riguarda l’Italia che riscuote maggior interesse tra i lettori del tuo blog in lingua inglese?

Una volta ho inserito nel blog in inglese la ricetta della pastiera napoletana, devo dire che ha riscosso un bel successo!! In realtà non mi sono fatta un’idea precisa di cosa possa essere più interessante per loro… credo però che prossimamente proverò a
fare un sondaggio in merito.

I blog stanno attraversando una fase di grande e costante crescita. Almeno dal punto di vista quantitativo. Cosa pensi riguardo alla “qualità”?

Beh, la questione è se uno ha qualcosa da dire o meno, e se questo qualcosa possa in qualche modo interessare ad altri. Ovviamente uno ha il diritto di scrivere quello che vuole, questo è il bello (e il brutto, contemporaneamente) del web, perciò non si ha un
vero controllo della qualità, bisogna lasciare tutto in mano al buonsenso delle persone. Se si inizia a tenere un blog solo perché tutti ce l’hanno, allora diventa solo un fenomeno di costume, come avere un cellulare, e, in questo modo, diventerà difficile (ma
non impossibile) scovare dei blog “di qualità”. Con questo non voglio dire che la qualità sia rara, mi auguro che non sia così, perché a me piace leggere quello che scrivono gli altri, ma è facile cadere nel dozzinale quando si segue solo la moda dell’ultimo
momento.

C’è il pericolo, a tuo avviso, che noi “bloggatori” ci stancheremo presto di questo “giocattolo”?

Come ho già detto, se si è iniziato a tenere un blog perché tutti gli altri lo fanno, allora c’è questo rischio. Però, probabilmente, alla fine se ne stancheranno solo quelli che in effetti hanno iniziato per moda…forse dopo rimarrà solo la qualità, no? 🙂

Domanda di rito: quando scrivi lo fai in funzione di chi sai che in qualche modo ti leggerà o non tieni conto di questo? In altri termini nei tuoi interventi (Zu docet) tieni in conto che io come tuo lettore possa gradire che si parli nel tuo blog di Pinco anziché di Pallino?

Sicuramente non mi metto a sparare a zero di proposito su altre persone solo per fare “audience”…mica sono Alda D’Eusanio!!! 🙂
No, seriamente, scrivo quello che voglio scrivere cercando di non offendere la sensibilità degli altri a titolo gratuito, ma se qualcosa non mi piace e lo voglio dire non mi faccio problemi. Oltretutto, se a qualcuno non piace quello che scrivo può sempre cambiare canale…oops, volevo dire leggere qualcos’altro!!

Il blog non è anche, e in qualche modo, di chi lo legge?

Uhm…sì e no. Voglio dire, “sì” perché nel momento in cui una persona può commentare, fa suo l’argomento trattato, partecipa, interagisce, quindi diventa parte integrante di tutto il processo, e “no” perché comunque, come diceva la mia professoressa di
italiano alle medie, “io ho la penna” (in questo caso il mouse…vabbè…), cosicché in effetti sono io che dirigo il tutto, nel senso che è facoltà del titolare del blog anche, che so, cancellare commenti indesiderati o impedire ad alcune persone di
commentare.
Io non l’ho mai fatto, un po’ perché non ne ho avuto bisogno, ed un po’ perché credo che anche opinioni discordi dalla mia abbiano il diritto di essere espresse…quindi, ritornando alla tua domanda, credo che il mio blog in effetti sia un po’ di tutti quelli che
lo leggono.

Per finire, una previsione alla Nostradamus. Il tuo blog tra nel 2012, cosa sarà? E cosa pensi diventerà Internet in generale tra dieci anni?

Il mio blog tra 10 anni? il blog di una quasi-39enne, of course!! :))))
Più che una previsione, che non sono in grado di fare perché non sono né Nostradamus né Renato Mannheimer, né, ringraziando il cielo, Klaus Davi, la speranza è che Internet diventi un posto un po’ meno disseminato di schifezze (p0rn0 e p*i*edofili, tanto per capirci…) ed un po’ più utile come mezzo informativo.
Ti ringrazio per avermi intervistato, mi sono sentita famosa come Pippo Baudo!! Che emozione!! :)))
(…che dici, me li sono bruciati i miei 15 minuti di fama? era meglio che li “consumavo” dalla De Filippi??…)