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Fino a qualche tempo fa, per effettuare una qualunque operazione di tipo finanziario era necessario recarsi in banca, fare la fila, rivolgersi allo sportello ed effettuare bonifici, prelievi, pagamenti, versamenti o ritiro di assegni.

Questi erano i principali strumenti finanziari tradizionali, tramandati da generazioni. Gli stessi che vengono utilizzati anche oggi, ma con supporti diversi.

Buona parte di noi si avvale infatti di strumenti innovativi e di recente invenzione per gestire le operazioni finanziarie quotidiane, senza, però, conoscere il significato di fintech.

Magari qualcuno lo avrà letto di sfuggita su qualche rivista di settore o ascoltato in TV, ma senza prestarci attenzione.

Il termine Fintech è nato dalla fusione di due parole molto in voga negli ultimi tempi, ovvero Finance e Technology, e si riferisce alla fornitura di servizi finanziari attraverso i più diffusi canali digitali.

Volete qualche esempio? Vediamo a che punto siamo in Italia.

I servizi Fintech più utilizzati dai cittadini

Fino a poco prima dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 solo il 33% degli italiani aveva fatto uso di strumenti Fintech, con i limiti imposti da ogni lockdown è diventata evidente a tutti la necessità di attrezzarsi per svolgere operazioni quotidiane online.

Che fosse la spesa alimentare, lo shopping online, una lezione a distanza o una riunione in smart working, il digitale è entrato nelle case anche dei più restii all’innovazione. In questo senso, neanche le operazioni finanziarie hanno fatto sconti, anzi.

La necessità di mantenere le distanze ed evitare il più possibile i contatti, ha incoraggiato molte persone ad abbandonare la circolazione fisica del denaro e scoraggiato l’idea di recarsi in banca per svolgere le più banali transazioni.

finanza tecnologica

In questo modo, anche in Italia, il ricorso ai servizi Fintech ha vissuto un vero boom, sia dal lato utente che da quello startup.

Dalla stipula di una polizza assicurativa, ai piccoli investimenti, da un semplice bonifico bancario fino alla telemedicina, il digitale, negli ultimi due anni, ha pervaso la vita di ognuno di noi, dal più giovane, al più anziano.

Certamente, in questo senso, le banche e le compagnie assicurative restano i principali protagonisti nella richiesta di questi servizi, ma ormai, un po’ tutti si stanno adattando, anche alla luce della spinta verso una più veloce transizione digitale dei più comuni servizi al cittadino.

Ma nello specifico quali sono i servizi più utilizzati da quest’ultimo, in termini di finanza digitale? Dal prelievo di denaro con l’utilizzo del cellulare, fino al trasferimento di soldi; dai pagamenti tramite mobile, effettuati cioè solo tramite smartphone, fino all’acquisto di polizze e gestione di sinistri stradali; tutto avviene tramite telefono.

Che rapporto hanno le imprese con il Fintech?

Le aziende si stanno lentamente adeguando, mettendo in atto un’importante trasformazione in ottica digital. Certo, l’operazione non è immediata e neanche semplice, ma la transizione sta avvenendo con successo.

Nonostante siano ancora prevalenti gli strumenti finanziari tradizionali, le PMI stanno adottando sempre più spesso servizi Fintech per le operazioni quotidiane.

Qualche esempio anche in questo senso? Factoring, strumenti di previsione dei flussi di cassa, investimenti, invoice trading e lettere di credito, sono forse quelli più diffusi e sperimentati dalle PMI italiane.

Certo i canali tradizionali occupano ancora una fetta importante delle attività aziendali, ma se guardiamo alle modalità di pagamento e riscossione fattore, il digitale, ormai, va per la maggiore anche nel comparto imprenditoriale.

Di strada, comunque, ce n’è da fare ancora molta, se si pensa che solo il 7% delle piccole e medie imprese guarda con fiducia alla diffusione dei servizi Fintech. Ottimi passi in avanti sono comunque stati compiuti anche in questo senso, negli ultimi due anni.

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